domenica 17 giugno 2007

PUTTAN TOUR (# one)

- Tè Bobo che sei una persona istruita. Ti è mai capitato di fare cilecca con una donna ?
Il sorriso del nuovo entrato non si spostò di un millimetro. Già sulla soglia aveva sentito le voci alterate e un metro dentro al locale aveva subito inquadrato la situazione: barista che gli urlava il quesito e Renzone appoggiato al solito angolo del bancone con sguardo di pietra fumando e fissando nel vuoto. Così, invece di parteggiare per uno dei due contendenti, decise saggiamente di mandare tutto in vacca.
- Certo. – segnale di soddisfazione nel barista, subito represso dall’aggiunta: - Con tua moglie. Era abituata a una misura molto più piccola della mia così….
- Tò surela, cla porza dna vaca.- commentò il barista tra le risate.
-Posso avere la mia birra adesso ?
- Dopo questa uscita la paghi e non la bevi.
- Ma che colpa ne ho io se in cinquant’anni non mi si è mai ammosciato ? – intervenne Renzone deciso a non far cadere il discorso.
- Allora sarai un mostro, cosa vuoi che ti dica.
- Non lo so, sarò strano io. Non mi è mai capitato.- insistè Renzone con faccia falsamente sorpresa cercando solidarietà nel Bar.
- Oste della malora ! una Ceres !
- Oh Proff, si parlava di oche morte e arrivi tu !
- Hai mai fatto cilecca con una donna Proff. ?
Stancamente il Proff posò il sacchetto della Coop su una delle due sedie del locale, si lisciò la lunga barba e rispose alla domanda con un vago cenno della mano.
- Dovrei cercare nelle agende di 20 anni fa, quando potevo mettere della carne al fuoco.- disse infine con la sua voce vagamente Gucciniana.
- Perché sei diventato vegetariano ?
- Eh no… - precisò il Proff sedendosi stancamente sull’altra sedia – ma certo non sono più il cacciatore di Dersu Uzala.
- Io l’unica cosa che ho cacciato è stata la passera. Fresca. Ciao Alex.
- Ciao Renzone. Ci vuol al licenza per cacciare la passera ? Ciao Proff.
- Ciao Alex. E’ inutile parlare con gentaglia come voi. Persino Cristo si stancherebbe di predicare.
- Gianni, mi dai una Giraff ?
- Solo se ammetti che ogni tanto non ti tira.
- In effetti ogni tanto invece di tirare , spinge… cosa fai lì sotto ?
- Cerco la tua cazzo di Giraff
La serata intanto decollava. Lentamente, seguendo ritmi alcoolici ed ormonali, ma decollava. Nei cinque metri quadrati (al netto del cesso) c'era una via vai continuo. Personaggi che si caricavano con una birra particolare prima di andare a far danni in qualche locale più trendy, altri che portavano amici in quel posto periferico , così caratteristico e certamente meno turistico delle false osterie di fuori porta, altri che semplicemente vedevano una luce fuori posto in quella strada così anomala ( una volta al centro del quartiere operaio per eccellenza, lontano anni luce dal centro patinato dei bottegai, ed oggi appetibile per immobiliari e lupi del mattone) e decidevano di fermarsi per un bicchiere, una cosa giusto per fare venire un orario. Come maree metropolitane si infrangevano sul bar Katia. Fermo e immobile nei suoi cinque metri quadrati (al netto del cesso). Con gli stanziali, vecchi residenti, figli dei figli del quartiere, adottati e affini, che cazzeggiavano, commentavano e filosofeggiavano. Bicchieri e bottiglie portate dentro e fuori per una requia polmonare al fumo denso del locale, per dovere di ospitalità verso i "turisti" paganti che venivano da oltre Comune, per un giro verso alla fumeria , proprio dietro l'angolo in un verde insospettato e nascosto dietro ai palazzi delle case popolari.
- Salve ragazzi come và con il sesso ?- gigioneggiava il barista alla entrata di cinque ragazzi dai cappelli lunghi e dalle espressioni fumate.
- Noi poca roba e te Gianni ?
- Beh ragazzi, devo dirvi che il Girmi mi dà soddisfazione. Bisogna metterlo alla velocità media, però…
Risa nervose, ordinazioni di birra a 13° corretta con misteriose bottiglie dall' etichetta gotica e la provvista di Kit e Kat che cede sotto la fame chimica.
- Gianni mi fai un caffè ?
- Pronto Cinzia. Ragazzi non c'è nessuno che vuole una Heineken che così devo andare al frigo e sbircio sotto la sua minigonna ?
Una donna che entrava al Bar Katia era, da sempre, un avvenimento.
Se poi, in quel luogo più maschile di uno spaccio da caserma, la donna era vestita da donna, l'avvenimento diventava evento. Se poi era anche una bella gnocca e non accompagnata… beh, allora non c'era scampo che doveva subire le cavallerie demodè degli stanziali (che così speravano in un ritorno).
La Cinzia era quasi una stanziale dopo un certo orario. Inoltre era una prostituta, fatto che, vuoi per solidarietà di classe, vuoi per un miraggio di uno sconto la rendeva estremamente popolare nel locale.
- io mi chiedo sempre se non sia un travesto.- commentò Alex ciondolando sulla Tennents una volta che lei aveva rivolto un generico ciao al suo gruppetto lì fuori dalla porta.
- Se anche fosse, sarebbe un bel travesto.
- Già, hai ragione Bobo. E in fondo una pompa è come camminare sulla corda per un equilibrista: basta non guardare in basso. - commentò Andrew.
- Sì, oltre che un gran bel culo ha una gran bella bocca.
- Oh! A proposito di bocca, ma voi ve lo ricordate, non dico la prima volta che vi hanno spompinato, ma quella che avete baciato una tipa per la prima volta.
- Io mi ricordo che ero dalle parti di Piazza Maggiore. - si inseri Bobo. - non ricordo bene la tipa ma ricordo che in Piazza c'era "Vota la voce" e stava cantando … Scialpi. Sì, Scialpi.
- Rock'n rollin non arrenderti… ma che cazzo ! Scialpi !
- Perché tu Andrew ? chi c'era che suonava al tuo tempo quando hai dato il primo bacio ?
- Boh ? credo che fosse in un prato. Senza musica. So che sarei andato a puttane solo per un fiocco. Poi stà mia amica… comunque ascoltavo il cantautorame italiano. Sai quelle cose allegre tipo: "come in un libro scritto male lui si era ucciso per Natale." Per forza la mia generazione si faceva delle pere !
- Io mi ricordo un Raf.- si inserì Alex.
- Quello degli anni '80 ?
- Lui. Una festa a casa di amici. Lei era una tipa molto carina che abitava due porte dalla mia. La Barbarina.
- Quella moretta riccia, con gli occhi chiari ?
- E' moretta ed è riccia ed ha anche gli occhi chiari. La conosci Bobo ?
- Cazzo se è quella che dico io, era una delle fighe più carine di San Donato !
- Ah lo so… Sai quanto ci ho sbavato dietro ?
- Ci credo ! e non eri l'unico ! mi hanno detto che è un po' tossica adesso.
- Pare. Io me la sposerei lo stesso.
- Addirittura .
- Sì. Mi piaceva un casino. Ma erano compagnie diverse… E poi aveva un sacco di maschi attorno.
- Però l'hai fioccata.
- Sì, però è finita lì. Certo che ora me la farei anche adesso. Non c'è storia. La Barbarina è il mio mito.
- Dai, offro un giro in onore di questa mitica Barbarina.
- Vado io. Và bene se ordino tre Giraff che Gianni le ha finite ?

Mentre Bobo progettava lo psicodrammma della scorta di Giraff finite (e del conseguente barista che le cercava comunque, smadonnando dentro al frigo), di là dal banco Renzone mostrava le sue piume bolognesi alla Cinzia.
- Non se di turno oggi ?
- Ho finito alle 4. Ho portato il 27 per otto ore. Sai quelli lunghi, doppi ?
- Io non so come fai a fare quel lavoro.
- Eh…ognuno fa il suo. - filosofeggiò Renzone accendendo galantemente la sigaretta della puttana.
- Sì, ma bisogna avere pazienza. Con il pubblico… No, veramente, ti ammiro.
- Grazie. Sai dopo tanti anni impari a conoscere un po' la gente. E poi mi mancano un anno e otto mesi dopodichè Renzone saluta l'ATC !
- Beato te ! e poi cosa fai ? vai a spendere la liquidazione a Cuba ?
- Ah, poi vedo come si mette la storia.
- Bravo. Stai in gamba. Ciao Gianni ! - e Cinzia portò via il suo contributo ormonale gratuito per andarlo a vendere da qualche altra parte.

- Beh ragazz, vado via.
- Come direbbe il poeta: se vai via non sei più qui.
- No… faccio un giro… poi magari torno…
- Ciao Alex.

- Gran bella gnocca eh Renzone ?
- Ssssè ! ha un culo che canta.
- Dicono che prende cinquanta. Ma io non l'ho mai vista sulla strada.
- Io so dove stà. Ma non posso dirlo.
- Te la vuoi tenere tutta per te ?
- Tra le tante battone che ci sono lei è l'unica con cui non andrei. E' una di famiglia.
- Però è anche una bella figa.
- Quello sì.

Mercato ortofrutta: niente. Piazza Verdi: nada de nada causa passaggio sbirri.
Alex girò riluttante il volante della Clio in direzione del Piazzale della Stazione.
In quel posto era sempre in tensione, per via delle risse e dei pacchi tra i "tunni" e degli scoppiati che cercavano fecola in saldo o che ancora si facevano in vena, e lui la tensione non piaceva quando voleva comperare solo un po' di fumo per rilassarsi. Staccò il frontalino dello stereo e lo imboscò nel bomber, cercando di guidare fluidamente che se agli sbirri gli veniva in mente di fargli un palloncino lo rovinavano anche se si sentiva perfettamente apposto. Sotto al portico qualche figura spettrale che attendeva un ultimo bus, ombre di tunni frenetiche e pericolose, luci che si spegnevano. Accostò verso il giardino ma il gruppetto che c'era si rivelò solo un gruppo di boy scout eccitati per la gita notturna e in ansia per l'orario del treno. Stava per ripartire quando una tipa gli si piazzò quasi sul cofano e poi si attaccò al finestrino.
- Scusa sai, ma sono disperata ! Devo andare dal mio ragazzo zona Fiera e non ho i soldi per il taxi.
Voce roca, disfatta dalla astinenza.
- Guarda, vado dalla parte opposta e ho poca benza…
- Dai, se mi puoi aiutare ti faccio un pompino per trenta carte.
- Non so nemmeno se li ho.
- Mi dai quello che hai. Basta che mi accompagni. Un passaggio e venti carte e ti faccio una pompa come dio comanda.

Livello di protezione uno: il rumore, la ressa, brandelli di musica.
Livello di protezione due: lo stordimento dell’alcool
Livello di protezione tre: autostima e orgoglio
Una crepa attraversa i tre livelli, una fessura abbastanza larga per far passare un flash…
… la nuca di Cinzia si alzò dalle gambe di Renzone evitando di misura il volante della macchina, poi infilò la mano dove prima c’era stata la sua bocca e iniziò a stantuffare.
- Mi sa che ho bevuto un po’ troppo…
- Non ti preoccupare. – commentò lei lasciando perdere e accendendosi una sigaretta. – Capita a tutti.
- Sì, è vero. Ma “tutti” non sono me. Tieni ecco i soldi.
- lascia stare.
- ma tu il tempo lo hai sprecato.
- Fa niente, mi offri il caffè al bar.
E a lui non rimase che avviare il motore confidando nella professionalità della ragazza perché la storia non si venisse a sapere.

- Ferma qui.
Alex accostò la Clio in completa trance. Non era eccitazione, tutt’altro. Era una sensazione inquietante creata dalla voce della ragazza, dai suoi capelli neri e ricci e dagli occhi verdi benché annacquati dalla polvere.
- Sbrighiamoci .- disse lei tesa.
Lui sentì che lei armeggiava con la sua lampo dei jeans, ma già sapeva che dentro avrebbe trovato solo qualche cosa di morto. Come un ricordo morto per overdose.
- Senti. Lascia stare. Ho bevuto e… Ti do lo stesso i soldi…
Poi, mentre la ragazza scendeva dall’auto stringendo il suo bottino, lui parlò nuovamente.
- senti… ma te lo ricordi quando hai dato il tuo primo bacio ?
- Come ?
- No… niente, lascia stare. – e avviò il motore.

- Gianni mi dai una Giraff.
- Andate a prenderlo in culo da una giraffa con il collo e tutto.- replicò il barista brandendo lo spazzone con cui stava pulendo.
- Proff non stare ad alzare i piedi, alzati proprio del tutto che chiudo stò locale di merda.
- devo andare a dare da mangiare alle gate… è tardi.
-Gianni…- disse un Renzone esitante unico cliente rimasto dentro al locale – Prima, quella storia del fare cilecca…hai presente…
- Renzo, vai a fare in culo anche tu che voglio andare a casa.

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